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Senza Fede, non c’è più religione

Prima di tutto, sentiti complimenti per come porta bene gli anni. E già perché, a parte i lifting facciali veri o presunti, sembrerebbe che Emilio Fede abbia superato la soglia degli 80 con una voglia di vivere, di essere protagonista, che non è frequente tra i suoi coetanei. Sì è vero, le dimissioni dal tg4 le aveva già messe in conto, ma non certo per ritirarsi in una panchina di uno dei tanti parchi di Cologno. Tutt’altro: l’obiettivo era arrivare alla direzione fino a dicembre, per poi candidarsi alle politiche del 2013. Ma la vita è fatta anche di calci nel didietro, si sa. E anche se il mittente di questo calcio è nientemeno che l’ex Premier, l’uomo che Emilio ha adorato sopra ogni altro, bisogna comunque rassegnarsi. L’editoriale di ieri alle 19, con cui ha salutato per l’ultima volta il suo affezionatissimo pubblico del Tg4, era roba da Libro Cuore: nemmeno De Amicis avrebbe saputo muovere meglio le corde della commozione. Non era un addio però: ha preferito congedarsi con un arrivederci. Qualcuno avrà giudicato questo arrivederci una minaccia, ma le minacce provengono da persone pericolose, non certo da un’innocua maschera della Commedia dell’Arte come Emilio. Nanni Moretti, nello storico sfogo di Piazza Navona, lo definì addirittura ‘uno squadrista che indottrina le casalinghe’. Esagerato, Nanni. A uno come Fede si addicono maggiormente le definizioni argute che coniò per lui un fine umorista come Carlo Mazzarella, suo collega in Rai negli anni 60: ‘Sciupone l’africano’, per via del fatto che, quando faceva l’inviato in Africa, le sue trasferte erano così costose da rovinare le casse della Rai; ‘genero di prima necessità’, poiché dal ’64 è sposato con Diana De Feo, figlia dell’allora potentissimo vicedirettore Italo De Feo.

Emilio Fede e la Rai: una lunga storia d’amore durata circa una trentina d’anni, finchè quel brutto viziaccio del gioco d’azzardo non ha rovinato il matrimonio con l’azienda pubblica. E volete sapere chi ebbe l’idea di assumerlo in Rai, nel lontanissimo 1961? Enzo Biagi, che allora era il direttore dell’unico telegiornale. Qualcuno si domanderà come mai un uomo accorto come Biagi avesse preso questa iniziativa. Semplicemente perché Fede era, e forse lo è ancora, un bravo giornalista. Tutto il ‘pattume’ a cui abbiamo assistito negli ultimi vent’anni –la devozione esagerata verso Berlusconi, gli insulti ai leader del centro-sinistra, le allusioni malevole nei confronti di Saviano- sono solo un aspetto della personalità di Fede. Il problema, però, è che lui ha fatto di tutto per ostentare questa parte peggiore di sé. Cosa abbia spinto un bravo professionista a trasformarsi nel più zelante degli ammiratori di Silvio, è una domanda la cui risposta non va cercata solo nel portafogli. C’era, e c’è qualcosa di più nel rapporto tra Fede e Berlusconi. C’è una complicità tra i due, quasi una fratellanza, dovuta al fatto che si somigliano: nella mentalità, nella spregiudicatezza dei rapporti umani, nell’autostima esagerata. E infine, ultimo ma non per importanza, nel rapporto con le donne. Mannaggia a questo vizietto di frequentare troppo le giovanissime donne, che li ha mandati in rovina entrambi. Il Fede, in particolare, è indagato dalla Procura di Milano per favoreggiamento della prostituzione minorile. Fede lenone, dunque? Se le accuse risultassero vere, una robetta mica da ridere. E non basterà sicuramente l’accorato appello alla moglie, il suo giurare e spergiurare che in cinquant’anni non l’ha mai tradita una volta, per commuovere i magistrati.

Ma i dolori del giovane Emilio (giovane?) non finiscono mica qui. Ci mancava la ciliegina sulla torta, nella biografia di questo personaggio che sembra uscito dalla penna di Brancati: la ciliegina di Lugano, risalente a pochissimi giorni fa. Lui nega, e stavolta forse ha ragione lui, di aver varcato la frontiera con una valigia contenente 2 milioni e rotti di euro. Effettivamente è troppo conosciuto a Lugano per commettere un’ingenuità simile. Però c’è una domanda: se è vero, come dice, che lui a Lugano si reca spesso, ma mai in banca, vuole cortesemente spiegarci cosa c’è di bello a Lugano, a parte le banche? Probabilmente Fede conosce le magnifiche bellezze architettoniche del Canton Ticino, che noi da ignoranti non conosciamo. In tal caso, signor Fede, le consigliamo un futuro da guida turistica nella zona.

Insomma, Emilio non se la passa davvero bene in questo periodo. Ma siccome, in fondo, anche noi detrattori gli vogliamo bene, ci teniamo a dargli un consiglio per trascorrere una serena senilità: caro Emilio, si consoli pensando ai trionfi professionali di una vita. Pensi, ad esempio, a quella volta in cui in Africa salvò la vita dell’Onorevole Moro, che rischiava di finire sbranato da un leone. Pensi a Bontà loro, il talk-show di Costanzo: quella volta in cui le chiese se era vera la leggenda del Fede sciupa femmine; e lei, tutto ringalluzzito, annuì con la testa. Pensi alla gloriosa diretta del 17 gennaio 1991, in cui per primo in Italia annunciò il bombardamento degli americani a Baghdad. Si consoli coi bei ricordi, caro Direttore. Si goda la pensione, che non è necessario trascorrere nelle panchine di Cologno. Ci sono delle ottime panchine anche alle Isole Cayman, molto amate dal suo ex principale. Ecco, trasferitevi entrambi in quel magnifico paradiso in terra. Vedrete, sarà una vecchiaia da sogno.

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