“Nelle auto prese a rate dio è morto” recitava così una delle più belle canzoni di Guccini scritta nel lontano 1965 e ripresa due anni dopo dai Nomadi, non che amassi particolarmente il cantautore ma questa canzone mi colpì per la sua bellezza e per ciò che trasmetteva sentendola.
Mi colpì perchè diceva verità, a volte scomode ma verità, e mi chiedo chi non aveva rate in quel periodo, la risposta è semplice, tranne i ricchi, praticamente tutti.
Bastavano i primi stipendi per poi acquistare un’auto a rate un frigo a rate, rate infinite che però venivano quasi sempre pagate perchè c’era lo stipendio c’era il 27, come tutti chiamavano familiarmente lo stipendio.
Il 27 era il giorno più amato più atteso da tutti, “lo compriamo il 27” quanto volte lo abbiamo sentito dire ai nostri genitori centinaia forse migliaia di volte,
“ora non possiamo lo compriamo il 27” era la parola magica che scaldava il cuore perchè si attendeva il 27 come una liberazione come un traguardo che ti dava speranza.
Ora questo amore non esiste più perchè non esiste più il 27, non esiste più per i cassintegrati e per chi sta perdendo il lavoro, non esiste più per chi lo ha già perso e per chi riceve lo stipendio ogni quattro mesi, non esiste per i pensionati, quelli che tanto ama Monti e per i precari, quelli che non possono neanche farsi una famiglia.
Non esiste per i giovani, laureati e non, in attesa di un lavoro che non troveranno mai quì in Italia, non esiste più perchè quando si arriva al fatidico 27 si è stremati, messi a terra da pagamenti, cartelle esatoriali, bollette, benzina, asilo, tasse scolastiche e libri e chi più ne ha più ne metta e non si fa in tempo a prendere quei fottuti quattro soldi che già sono finiti.
Allora si maledice quel giorno non lo si ama più…perchè poi si ricomincia, ma con che cosa…con niente …povero 27 così amato e ora così odiato.
Nelle auto prese a rate dio è morto
Ora Dio può star tranquillo non morirà più per quelle rate, non le abbiamo più, ci hanno tolto anche quelle ci hanno levato la possibilità di poter comprare a rate e chi riesce, chi ha la possibilità di metter rate, rischia poi di non poterle pagare.
Ahimè si ci hanno tolto anche il gusto di pagare la rata perchè c’era lo stipendio garantito c’era il 27 ora non c’è più e la manovra Monti soffoca ancor più chi ha la fortuna o la sfortuna di avere una rata da pagare.
Sono passati 47 anni e questa canzone è talmente attuale che sembrerebbe scritta oggi dovrebbe cambiare solo una strofa, mentre lascerei immutata la frase “una politica che è solo far carriera” (credo che ci sia poco da commentare in questa frase) suggerirei al buon Guccini di modificare la frase “nelle auto prese a rate Dio è morto” così
“Nel cibo preso a rate Dio è morto”
è sicuramente più attuale questa.
Segreteria Regionale UGL Chimici Sardegna
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