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Rossella Urru liberata: è tempo di tornare a casa

 Sono le 12.14, sul sito del Corriere della Sera giunge una notizia insperata: secondo Al Jazeera, Rossella Urru è stata liberata. Il tam tam parte da facebook, si estende per twitter e i tanti blog presenti sul web. Il coro è unanime, gli applausi (impliciti), i messaggi e vere proprie esplosioni di gioia invadono tutta la rete a creare una catena umana liberata da un peso angosciante.

La conferma da parte delle autorità italiane non è ancora arrivata, né la Farnesina né la famiglia della cooperante internazionale sanno nulla di ufficiale. Eppure Al Jazeera insiste, e insistono anche i vari tg e siti internet giornalistici delle testate arabe. Secondo il sito mauritano Sahara Media, Rossella sarebbe stata liberata nella serata di ieri dopo quattro mesi di prigionia. Con lei è libero anche un poliziotto mauritano. I due sarebbero stati rilasciati in cambio della scarcerazione di un terrorista Tuareg, Abdel Rahman Ould Madou, già implicato nel rapimento dei coniugi Cicala nel 2009.

Rossella era stata rapita il 23 ottobre scorso insieme a due colleghi spagnoli da un gruppo separatista algerino di Al Qaeda. E’ una volontaria sarda che poi sarebbe finita in mano a dei narcotrafficanti afghani in seguito ad uno scambio. Un ennesimo scambio infine sembra finalmente portarla in salvo.

Negli ultimi mesi si erano mobilitati in tanti per chiederne la liberazione. Molti comuni italiani (Torino, Roma, Milano tra gli altri) avevano esposto nelle loro terrazze uno striscione a sostegno della cooperante, alcuni politici (pochi quelli sardi) avevano sollecitato il governo ad una presa di posizione forte e sicura, infatti stava finendo troppo sottotraccia questa storia. Poi Fiorello e Jovanotti che twittavano messaggi di solidarietà, Geppi Cucciari che approfittava della ribalta di Sanremo per fare un appello. In molti si erano spesi, da più parti, affinché si arrivasse ad una soluzione felice.

Siamo ancora in via ufficiosa, ma Rossella Urru sarebbe libera. In questo modo l’8 marzo, la cui festa della donna le era stata dedicata, prenderà le forme di una vera e propria liberazione d’angoscia per lasciarsi andare a sorrisi e volti distesi. Per una famiglia che torna ad abbracciare il suo fiore più bello, per un intero popolo (quello sardo) che mai come in questi mesi si è sentito veramente unito, per un Paese (l’Italia) che ha saputo uscire dal provincialismo che l’ha contraddistinto negli ultimi anni. Insomma, un regalo così non se l’aspettava proprio nessuno.

Simone Spada

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