Press "Enter" to skip to content

Il fotografo dei sogni: un viaggio verso ciò nel quale si crede

  Un percorso esistenziale, essenzialmente incisivo, pragmatico nel suo protrarsi oltre quel dove ogni individuo agente dovrebbe condurre il suo vissuto, in altre parole l’appagamento vitale del coronamento dei suoi obiettivi. Un graduale percorso, simbolicamente narrato attraverso l’analessi d un viaggio, un procedere d’eventi che condurranno la tenacia del protagonista a conseguire l’obiettivo cardine della sua esistenza, ossia la libertà di scelta su ciò che esso stesso si prefigge d’essere.Matteo, un comune nome, al pari di altrettanti a lui simili, che attraverso questa stesura non leggono il solito romanzo, ma un input incisivo sul tentare senza timore alcuno di proseguire la propria esistenza esentandosi da imposizioni e limiti dati da chi per loro vorrebbe decidere. Il fotografo dei sogni, non è solamente un titolo, ma esso rappresenta uno rispecchiarsi individuale di quel condizionale che mai dovrebbe incutere timore, bensì rendere l’esperienza del proprio procedere come un interessante e costruttivo viaggio, quest’ultimo narrato durante un lineare flashback: un treno percorrente verso un’ambita meta, per quanto il tragitto sia lungo, le graduali fermate intermedie permettono che lo stesso protagonista possa scorgere volti nuovi, insoliti, mai veduti ed in virtù di questo udire discorsi e vedere azioni in grado di arricchire il proprio bagaglio sociale. Un rapporto al contesto sociale, nel quale la mistura di comportamenti, modi d’essere, divengono una piacevole allegoria di quella vita che chiede continuamente d’essere vissuta. Matteo, uno dei tanti, ma unico nella sua biografia, in primis narratore di se ma immagine epistolare d’ognuno di noi, di coloro che al suo pari, vorrebbero aver coraggio di peregrinare verso contesti ancora inesplorati, potenziali luoghi nei quali poter sentirsi realmente appagati. Il treno, un mezzo non scelto a caso, giacché il suo proseguir linearmente combacia con il racconto del primo protagonista, un convoglio metaforico, per mezzo del quale il giovane vive con gradualità le varie tappe del viaggio, durante le quali i dubbi e le incertezze non vengono a mancare, ma anche la fiducia del proprio Io non demorde dal cercar d’auto realizzarsi. Un seguito narrato da Luca Strano, appellatosi “cittadino d’Italia”, giacché fiero d’indossar una divisa, grazie alla quale ha assunto un’onesta fierezza di rappresentatività dinnanzi alla stessa Nazione. Non vi è casualità, ma il suo stesso mestiere, conducendolo a conoscere le svariate sfaccettature sociali, ha comportato anche al fatto di poter comprendere come lo stesso viaggio sia un evento utile per le proprie riflessioni e decisioni circa l’avvenire. Ciò appare avvincente, giacché lo stesso Luca, racconta Matteo, un protagonista contemporaneo ad un altro protagonista, un dualismo bipartito tra reale e simbolico, ma accomunati da un unico denominatore, quello dei propri sogni, realizzati per uno e sempre più realizzabili per l’altro. Luca Strano, nonché autore del romanzo, oltre all’impiego nell’aeronautica militare, s’impegna con costanza in ciò che crede, nella sua passione secondaria, quella dello scrivere.
La pubblicazione del suo romanzo d’esordio Il fotografo dei sogni, BookSprint Edizioni 2011, pag. 107. Euro 14, n’è stato l’esempio. La stesura in sé è un implicito messaggio non solamente speranzoso ma incentivante, rivolto a chi vorrebbe e conseguentemente dovrebbe osare, procedere verso il proprio domani, un avvenire che attende solamente d’esser costruito e poi vissuto con la propria intraprendenza. Una linea tortuosa ma ottimista nel suo cammino. Uno spaccato di vita, narrato in 10 capitoli in una trama che non desta d’apparire come quella d un film, un lungometraggio mai ovvio nè banale.

Scelte esistenziali

Lo stesso protagonista prefigge la sua esperienza, il suo consueto rapportarsi a quel viaggiare che gradualmente l’ha condotto a divenire quel sognatore empiricamente ancora irrealizzato, figlio d un ambizioso ed austero padre, il quale ambisce alla sua imposizione su quel figlio che invece maturamente si ribella. Pag.10 ‘ In questa casa è il capofamiglia a decidere come si spendono i soldi ‘ oppure ‘Decido io quando potrai uscire e con chi dico io ‘, un imperativo che lo stesso Matteo vorrebbe non esistesse. Lungi da lui le ambizioni che la severità paterna s’appresta a fargli subire, pag. 13 ‘ L’ambizione è l’ultimo rifugio del fallito ‘ disse Oscar Wilde e di sicuro io non sarei voluto diventarlo, o comunque,di sicuro non maturare quel tipo di ambizione cattiva. Un reagire che condurrà il giovane ad una partenza. L’ultima fermata sarà quella del proprio fato, quel destinarsi al coraggio avuto nel tentare, e così quel treno conduce Matteo alla bramata meta, pag. 29. ‘ Prossima stazione Milano Centrale … ‘. Mi sveglio di colpo e ritorno subito alla realtà con questa voce. Sono arrivato alla fine di questo viaggio ma, sicuramente, all’ inizio di una nuova fase della mia vita.

Speranze

Il corpo del romanzo si svolge tra dubbi e malinconie, sopraffatte però da una sola certezza, quella di sperar di poter continuare a credere nel proprio obiettivo. Un occasione lavorativa si propone, l’incontro con una donna ravviva la narrazione, un concatenarsi d’eventi smisuratamente interessanti, fotografie della comune società. Pag. 86 Però come disse il Pavese: ‘ Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola’e quindi io devo affrontare questa montagna. O ne uscirò vittorioso oppure ne rimarrò soggiogato.

Epilogo

Pag. 93/94 Non permettere a nessuno di dirti che quello che desideri è irraggiungibile. Se hai un sogno, devi difenderlo. Se vuoi qualcosa, vai e prenditela. Punto ‘. Una morale tacitamente intesa come punto focale di questo tanto attuale quanto comune messaggio.

Enrica Meloni

Comments are closed.

Mission News Theme by Compete Themes.