Gli Stati Uniti stanno per votare. La frase potrebbe apparire fuorviante. In pratica, lo è. Il Republican Party sta per dare il via alle primarie che sceglieranno il candidato da opporre al Presidente uscente Barack Obama.
A dare la propria preferenza però saranno solamente gli elettori di un piccolo Stato americano, l’Iowa, famoso nel mondo per il mais, i maiali e per i caucus, la tipologia di primarie che si tengono in questo Paese.
Il caucus è un’assemblea in cui si elegge un determinato numero di delegati (l’1 % dei totali) : a loro volta, in estate sceglieranno il candidato per le presidenziali. E’ insomma una votazione indiretta del proprio beniamino, sebbene la convention finale in cui si voterà è perlopiù un incontro simbolico che “incorona” l’eletto.
L’Iowa è particolarmente importante: con un numero così esiguo di delegati da assegnare, incide ben poco nelle dinamiche strettamente “contabili”. Piuttosto, è il primo Stato in cui si vota, e beneficia della catalizzazione di tutti i mass media. Dare il via alla propria campagna elettorale con una vittoria è un importante passo al fine di ottenere maggiore visibilità mediatica e maggiori finanziamenti privati (i cittadini preferiscono supportare economicamente un potenziale vincitore). I repubblicani annoverano tra le proprie fila sette candidati principali (li ordino secondo la posizione dell’ultimo sondaggio, l’Insider Advantage): Mitt Romney, Ron Paul, Rick Santorum, Newt Gingrich, Rick Perry, Michele Bachmann e Jon Huntsman.
Personaggi che si giocano gran parte del risultato finale nelle ultime 48 ore, tra ospitate tv e spot elettorali. Sino all’ultimo minuto.
Michele Pisano
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