Il talento non è niente, davvero non è niente, se non è sorretto da una buona dose di grinta, e di autostima acquisita con anni di lavoro e di esperienza. Eleonora Rossin è una vera artista, perché risponde in pieno a questo requisito fondamentale.Chi ha avuto l’occasione di sentire la sua voce nei dischi, ne ha intravisto il particolare talento; chi l’ha ascoltata nei concerti, in più ha colto le sfumature di una personalità profondamente sensibile. Ma solo chi l’ha conosciuta di persona, sentendo la passione con cui descrive il suo lavoro, ha capito realmente di avere a che fare con una persona speciale. «Posso dire di essere nata con la musica. Mio padre violinista mi ha trasmesso l’amore per le note, e gliene sarò grata in eterno. Ho girato il mondo con la musica, da Los angeles a Tokio, passando per la fondamentale esperienza londinese, in cui ho scoperto la mia attitudine vocale da mezzosoprano. Un lungo percorso musicale, ma soprattutto un percorso di crescita interiore. Le tappe a cui sono più legata sono le seguenti: il disco Madness da me composto e interpretato, che ha avuto un notevole successo internazionale, e che mi permetto di definire un gioiellino di musica sperimentale; il progetto su Edith Piaf, ultima fatica musicale in ordine di tempo, che mi ha permesso di confrontarmi con una delle più grandi interpreti della storia della musica» .L’amore per la musica coincide in Eleonora col desiderio di migliorare, attraverso la musica, le persone attorno a lei. «La scelta di specializzarmi in musicoterapia, e di creare poi la scuola Music&Art, è una diretta conseguenza di questo mio desiderio, che sento dal profondo del cuore, di sfruttare anche le finalità terapeutiche della musica. Otto anni fa, quando ho cominciato a lavorare come musico terapeuta, ho scoperto che la musica riusciva realmente ad aiutare persone affette da disabilità motoria e psichica. Ebbene, non ho mai dimenticato la soddisfazione nel vedere i progressi di queste persone diversamente abili. Ecco perché desidero fortemente proseguire su questa strada». Music&art è una piccola oasi di cultura nella periferia di Torino. È al secondo anno di vita, e ha un unico, grande difetto imperdonabile: è una scuola serissima, in cui gli allievi coltivano con grande profitto i propri talenti. Perché un difetto, dunque? Semplicemente, perché oggigiorno riuscire a far vivere una scuola di qualità, senza passare per le viscide compromissioni col potere politico, è un’impresa decisamente ardua. «Torino è una città piuttosto provinciale, in cui la sensibilità per la cultura latita, se proprio vogliamo usare un eufemismo. Considero Music&art il capolavoro della mia vita, perché niente può darmi soddisfazione come vedere gli allievi giovanissimi crescere con me. E parliamo di crescita umanamente, non solo a livello artistico. Vedere i miei allievi che raggiungono buoni risultati musicali, che si esibiscono in rassegne musicali importanti, mi fa molto piacere. Ma è la loro maturazione umana che mi fa scoppiare il cuore di gioia. La scuola ha grosse difficoltà ad andare avanti, ma l’entusiasmo dei miei ragazzi è una benzina sufficiente per non perdermi d’animo». Corsi di canto e pianoforte; chitarra e batteria; flauto traverso; recitazione e dizione; musicoterapia pre-parto: Music&art è l’unica scuola a Torino a offrire un ventaglio di discipline così ampio. «Il mio motto è combattere la superficialità. Certe mamme ansiose, che bussano alla porta chiedendomi in quanto tempo la loro figlia diventerà una Maria Callas, mi fanno davvero cascare le braccia. La musica è innanzitutto disciplina, costanza, rinunce.È vero, non esistono gli stonati di natura, ma si può arrivare al bel canto solo seguendo una rigorosa disciplina; è vero, le corde vocali vanno allenate in una certa maniera, ma se l’allievo ostinatamente vuole fare di testa sua, e non si affida all’esperienza di un maestro che ha decenni di esperienza, allora ogni sforzo diventa inutile». Music&art, insomma, è viva e lotta insieme a noi. A dispetto di tutte le difficoltà, di tutte le rogne economiche che deve superare per andare avanti, nessuno potrà fermarla. «Se nella vita, finora, ne ho azzeccate parecchie, è perché sono una gran testona. Ciascuno di noi ha un’attitudine differente, ma questa attitudine può diventare un lavoro ben fatto solo mettendoci impegno e intelligenza. I talent show sono un pessimo esempio, perché portano alla ribalta un giovane, senza dargli l’opportunità di costruire la propria personalità nel tempo. La vita è fatta anche di parecchi calci nel didietro, di umiliazioni, pianti. E tutto questo, aiuta un giovane a diventare uomo. Ma come può diventare un uomo, se le luci della ribalta televisiva cominciano ad accecarlo da subito? Chi organizza questo tipo di programmi fa un pessimo servizio alla musica, ma soprattutto ai giovani»
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