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EDITORIALE

La società odierna sta affrontando un rapido mutamento dei suoi costumi. Un esempio? I rapporti tra le persone, laddove per rapporto si intende il contatto con l’altro e la condivisione di esperienze e idee.
Il modo in cui ci relazioniamo con il prossimo sta attraversando una rivoluzione rapida
e quasi invisibile, ma i risultati di tale cambiamento non sono poi così trasparenti: in giro ci sono un grande senso di vuoto e una profonda solitudine.

Prima di riflettere su alcune delle trasformazioni che toccano il nostro quotidiano, è bene analizzare le ragioni che le hanno innescate. Negli ultimi tempi c’è sempre un protagonista che ha recitato un ruolo assai importante, ossia l’avvento dei mezzi di comunicazione di massa, che da subito hanno stravolto le nostre abitudini: da una parte ci hanno regalato benessere e comodità, dall’altra invece hanno portato problemi e difficoltà. È in quest’ultima categoria, ovvero quella delle conseguenze negative generate da mezzi quali televisione o computer, che si possono inserire la solitudine e il senso di vuoto sopra accennati.

 I mass media, sebbene rendano più semplici certi aspetti del nostro odierno, ne complicano tanti altri: chiusi nelle nostre stanze e con gli occhi puntati verso lo schermo di un televisore o di un computer, ci rifugiamo in un mondo parallelo e virtuale. Si tratta di una realtà che ci allontana rapidamente dalla vita concreta e che impone un modello al quale dobbiamo conformarci. Tale modello prevede che i nostri segreti e problemi siano esposti senza vergogna al web intero, e che il concetto di privacy sia ormai superato.Protetti dalla barriera di un monitor, ci adeguiamo velocemente ai canoni prescritti da questo universo virtuale, i quali finiscono per influenzare anche l’esistenza concreta. Avere molte amicizie sul proprio profilo facebookiano equivale, per tante persone, ad averle realmente; chattare con degli sconosciuti assume lo stesso valore di una piacevole chiacchierata con un passante. Sono però dei segnali di qualcosa che non va nel nostro modo di rapportarci con le altre persone, poiché non abbiamo più il coraggio di esporre le nostre idee dal vivo, di sostenere uno sguardo durante un litigio, di custodire un segreto.

Allora dobbiamo ricorrere ai ripari e “disintossicarci” da questa comunità parallela mangia-segreti; forse affronteremo il rischio di esser esclusi, ma…Vuoi mettere a confronto la soddisfazione data da un sano litigio urlato l’uno di fronte all’altro? Il paragone non regge: viva la vita “normale”.

Daniela Vargiu

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