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E-book: nuova frontiera della tecnologia?

In passato, l’industria dell’editoria era rappresentata dagli amanuensi: schiavi o monaci incaricati di riprodurre con infinita pazienza e con materna cura le opere letterarie, ricopiandole parola dopo parola, simbolo dopo simbolo.

Almeno finché le loro mani ed i loro occhi non sono stati sostituiti da un’ invenzione – molti dicono L’ invenzione – in grado di cambiare la storia dell’umanità: la stampa a caratteri mobili di Johann Gutenberg. Con lei, e le macchine sbuffare e stampare tanti libri in pochi minuti, la cultura è diventata pubblico dominio, e non più privilegio di pochi eletti.
Nel 2011, ma ad essere onesti ben prima, quella stessa rivoluzione pare essere in via di compimento per una terza volta, assumendo il nome di “editoria digitale”. O, se preferite cedere all’anglofilia (e diciamocelo, in modo anche più corretto), eBook.
In Italia se ne parla ancora poco, ma negli Stati Uniti, in Canada, e poco oltre lo stretto della Manica, nel Regno Unito – con l’onda digitale che va muovendosi lenta per frangersi verso Germania e Francia – il fenomeno per pochi è diventato fenomeno di massa, assumendo proporzioni inimmaginabili sia per i potenziali clienti che per gli attuali, e forse futuri, editori. Cosa si cela quindi dietro quelle 5 letterine dal suono così esotico (a proposito, la pronuncia esatta è i-buk)?
Book, anche per chi è poco avvezzo alla lingua inglese, è un termine familiare, e significa “libro”. La “e” che gli sta davanti non è che la contrazione della parola inglese “electronic”, ovvero elettronico, digitale. Fatto di bit insomma. Libri che possono essere letti sul PC, sui Mac o su due altri aggeggi che stanno anch’essi rivoluzionando la fruizione dei contenuti testuali: si chiamano eReader e Tablet, ma di loro parleremo in un secondo articolo, ben presto.
Quella “e” potrebbe ben rappresentare anche altre caratteristiche dell’eBook.” E” come economico ad esempio: le versioni digitali di romanzi e saggi hanno prezzi mediamente inferiori del 20, 30 o addirittura del 50% rispetto alle omologhe edizioni cartacee economiche.
“E” come “easy”, perché l’ebook è facile. Da acquistare (non bisogna neppure muoversi dalla poltrona se si possiede un PC portatile o uno dei rivoluzionari aggeggi sopra menzionati), facile da leggere ovunque, facile da trasportare visto che non pesa nulla – se non 3 o 4 etti di dispositivo di lettura. Che di eBook, di libri, ne può contenere a migliaia.
Del fenomeno eBook se ne sono accorti in tanti, dall’altra parte dell’Oceano: primi tra tutti, Amazon, il negozio virtuale che ha fatto la propria fortuna vendendo libri di carta, e che negli ultimi 5 anni ha fatto una scelta di campo virando decisa verso l’eBook. Il risultato è che di recente ha annunciato di aver venduto più eBook che libri di carta, risparmiando un mucchio di soldi su spese di spedizione, trasporti, stampa, carta, resi degli invenduti e relativo macero.

Quasi scordavamo un’altra “e”: quella di environment, parola inglese che significa ambiente. Perché il libro elettronico è un ambientalista nato. Non fa abbattere alberi, non fa produrre inchiostro, non produce inquinamento per essere trasportato da una parte all’altra del globo, ne per essere incenerito quando se ne producono troppi. Avete a cuore il vostro pianeta? Pensateci su.

Torniamo in Italia. Perché da noi non si sente parlare di eBook? Perché vengono commercializzati pochi eReader, e tutti a dei prezzi proibitivi, mentre negli Stati Uniti i migliori dispositivi costano meno di 100 euro? Possiamo darci qualche attenuante: gli eBook (come tante altre cose) qui sono arrivati tardi: solo nel 2009 qualcosa ha iniziato a muoversi, ma navighiamo ancora a percentuali ampiamente sotto la soglia dell’1% (0,1% alla fine del 2010) quanto a fatturato di vendita, e gli editori – almeno quelli più tradizionalisti – guardano con sospetto al “nuovo arrivato”. Se però il trend rispetterà l’iperbole americana, e stando alle dichiarazioni di Maurizio Costa (Mondadori), entro 5 anni l’eBook italiano potrebbe valere un buon 6 – 7% dell’intero mercato editoriale.
Negli States – sia per l’abbondanza di titoli in catalogo, sia per il costo abbordabile degli eBook e dei dispositivi di lettura – il mercato dei libri digitali rappresenta circa il 10% dell’intero mondo editoriale, e continua a crescere con percentuali a 3 cifre (l’ultima rilevazione parla di un + 157% su base annua). C’è da sperare, e lavorarci su.

Se l’argomento ha solleticato la vostra curiosità, se la parola eBook ha iniziato a ronzare insistentemente nel vostro cervello, e desiderate saperne di più, cercheremo di nei prossimi articoli di liberarvi da ogni dubbio e alimentare la nuova sete di cultura. Pardon, e-Cultura.

 
 Roberto Dessì

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