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Due donne, un destino parallelo: Eva Braun e Claretta Petacci

 La storia è storia. Puoi cercare di distorcerla, di rivederla, ma rimane sempre tale e quale. Quanto accaduto tra il 1940 e il 1945 rappresenta una pagina nerissima nella storia dell’Uomo, ridotto ai minimi termini (fisici e psicologici).

Però, in mezzo all’orrore, c’è chi ha vissuto al fianco di chi, quell’orrore, l’ha perpetrato.L’amore a volte può fare tutto. La condivisione di valori, sentimenti, ideali possono conciliare due persone di età diverse, unirle nel destino verso la morte.

Per Eva Braun e Claretta Petacci, febbraio sembra essere solo una coincidenza. Nata il 9 febbraio l’una e il 28 febbraio l’altra, sono legate non solo da un legame indissolubile con Adolf Hitler e Benito Mussolini, ma anche da un legame reciproco che le accompagna di pari passo nel cuore dei due statisti.

La loro storie si uniscono e si intrecciano nel 1932, quando conoscono i due capi di Stato. Particolare il caso della Braun: da sempre infelice e tendente alla depressione, quell’anno si spara un colpo in gola. I colori della tragedia sono in agguato ma, fortuna per lei, si salva. Hitler ha preso a frequentarla da qualche tempo, e questo fatto lo colpisce nel profondo. Infatti, solo pochi mesi prima, aveva perso nello stesso la nipote Angelika Raubal, figlia della sorella, con cui aveva un rapporto molto intimo. La depressione della Braun non cambierà ma rimarrà salda per tutta la sua vita. Così come la sua fedeltà al Fuhrer, con il quale si suicida per non essere catturata dai russi.

Per la Petacci l’amore sarà più forte di ogni accenno di tristezza. Conosce in modo casuale Mussolini nel 1932 e, dopo essersi separata dal marito, ne diventa l’amante ufficiale. Ma il Benito Casanova avrà altre amanti, altre storie, tradimenti che la Petacci perdonerà sempre. La sua famiglia beneficierà di questo rapporto con una ascesa sociale di alto livello, ma per Claretta il destino è segnato: nel 1945 viene catturata dai partigiani, e nonostante l’offerta di una via di scampo, rimane al fianco del suo uomo fino alla morte. Il suo corpo, insieme a quello di Mussolini e di altri fascisti uccisi dai partigiani, verrà esposto in piazzale Loreto il 29 aprile.

Due donne, due vite parallele forse impossibili da ripercorrere con la stessa intensità, forza e profondità al giorno d’oggi. Due rapporti “esempio” di quello che dovrebbe e potrebbe essere un amore di lunga durata, che sopravvive alle intemperie e che si spegne solo con l’interruttore della vita, e che travalica ogni confine, andando al di là dello scempio compiuto dai loro compagni di vita.

Simone Spada

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