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Criminalità. Anche l’Umbria preda della Camorra

 […]Voi tenete un cappotto cammello che al maxi processo eravate ‘o chiù bello / un vestito gessato marrone così ci è sembrato alla televisione / pe’ ‘ste nozze vi prego Eccellenza mi prestasse pe’ fare presenza / io già tengo le scarpe e ‘o gillè / gradite ‘o Campari o volite ‘o cafè[…] 
La canzone Don Raffaé di Fabrizio de André è uno dei più famosi brani del cantautore ligure, se non uno degli ultimi (raccolto nell’album Le Nuvole, 1990).
La canzone (per nulla apologetica, anzi critica nei confronti del sistema carcerario, cfr. il caso delle carceri d’oro) prendeva spunto dalla vicenda umana e carceraria di Raffaele Cutolo, O’ professore nell’ambiente malavitoso. Cutolo, fraintendendo lo spirito del brano, si convinse che il pezzo fosse a lui dedicato. Ben Gazzara ne Il camorrista aveva descritto con una interpretazione magistrale il boss della Nuova Camorra Organizzata (NCO), reo di numerosissimi omicidi, violenze e taglieggiamenti, tuttavia capace per un breve periodo di riunire sotto un unico comando diversi clan.
Dopo la guerra tra i cutoliani e la Nuova Famiglia la Camorra subisce un’anarchia interna che porta a nuove guerre: al termine di una di esse sorge la stella dei Casalesi, camorristi della provincia, con roccaforte Casal di Principe.
Come noto anche dalla storia recente del Paese, la Camorra estese i propri confini sino al Lazio e alla Puglia dove fondò la Nuova Camorra Foggiana.
Da qualche anno a questa parte, purtroppo, elementi della malavita campana si sono insinuati anche in Umbria, con Perugia da tempo centro di un grosso smistamento e consumo di droga e Terni, crocevia tra il porto di Ancona e la Capitale.
 

Ma non solo gli stupefacenti: al centro degli interessi della mala anche gli immobili: Rocco Veneziano, 57enne affiliato al clan dei Casalesi – Bidognetti (condanna a quasi ter anni di carcere per 416 bis), ha subito la confisca di beni per un milione di euro, ovvero di un terreno nei pressi di Casal di Principe e di quote del capitale sociale di un’azienda della Conca.

L’ ordine è stato emanato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, ma nella vicenda rientrano anche indagini della DIA (Divisione Investigativa Antimafia), sintomatico di come ormai la criminalità organizzata sia uscita dal contesto meridionale per estendersi e proliferare su tutto il territorio nazionale. Un’operazione di consolidamento durata anni, mentre gli occhi dell’opinione pubblica erano fissi su quel sud tanto bello quanto sciagurato.
 

L’estensione territoriale della Camorra ha spinto, poi, a cercare nuove strategie: è normale che a Roma, Perugia, Terni metodi che funzionano a Casal di Principe siano meno indicati per il centro Italia. Si opta allora per professionisti ed imprenditori, personaggi insospettabili che per scelta (o per costrizione) fungono da intermediari per le acquisizioni e lo sviluppo degli affari dei clan nelle realtà laziale e umbra.

 

 

Marco Petrelli

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