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Open, di Andre Agassi

Andre Agassi è stato uno dei più forti tennisti di ogni epoca. Ha vinto otto tornei del Grande Slam, una medaglia d’oro olimpica, due Coppe Davis, è stato a lungo numero uno delle classifiche mondiali. Tutto il meglio che un tennista possa desiderare.

Eppure, la sua vita e la sua carriera sportiva sono state un incredibile susseguirsi di alti e bassi, di vertiginose salite e di altrettanto rapide discese.
A pochi anni dal suo ritiro dal tennis, Agassi si e’ raccontato nella sua autobiografia, Open, uscita negli Stati Uniti nel 2009 e tradotta anche in Italia da Einaudi. Open non è la semplice autobiografia di uno sportivo di successo, ma è un racconto a cuore aperto e senza censure in cui Agassi, in ventinove capitoli (uno per ogni anno di tennis) e in rigoroso ordine cronologico, mette in ordine gli eventi della sua vita come forse non lo sono mai stati. Con un filo conduttore che può sembrare paradossale: l’odio per il tennis. Agassi odia il tennis, lo ha sempre odiato, semplicemente perché gli è stato imposto. Un padre dispotico e insensibile lo obbliga a prendere la racchetta in mano fin dai primi mesi della sua vita e lo costringe ad allenamenti disumani nel campo sotto casa, in compagnia del drago, una diabolica macchina lanciapalle che non si ferma mai. Ben presto Andre diventa consapevole di non avere alternative alla vita di tennista, perché non sa fare nient’altro, perché non ha fatto nient’altro in tutta la sua infanzia e adolescenza. Senza volerlo.

Capitolo dopo capitolo, fino ad arrivare al racconto dei primi anni da professionista, questo conflitto tra ciò che Agassi vuole e ciò che effettivamente fa appare sempre più marcato. Andre è insicuro e fragile, nel tennis come nella vita, colleziona diversi successi ma anche rovinose cadute. E’ un periodo in cui cerca di mascherare la propria insicurezza con comportamenti spesso sopra le righe; si veste in modo trasgressivo e (confessione shock) indossa un parrucchino per nascondere l’incipiente calvizie. Nel culmine della crisi Agassi divorzia dalla prima moglie, l’attrice Brooke Shields, e conosce una breve esperienza con la droga.
Solo grazie all’amore di una nuova compagna, l’ex tennista Steffi Graf, e alla creazione della sua fondazione benefica, Andre riesce a superare il momento critico e a inventarsi una seconda carriera, molto più regolare e vincente della prima, e nella quale persino il suo odio per il tennis sembra placarsi.
Gli spunti interessanti offerti da Open sono tantissimi. Il racconto delle vicissitudini personali, che tocca spesso corde di elevata drammaticità, è sapientemente alternato a numerosi e gustosi aneddoti legati al tennis, come ad esempio l’episodio tragicomico della rottura del parrucchino prima della finale del Roland Garros del 1990, o l’accesa rivalità con altri campioni, su tutti l’odiato Boris Becker. Molti i riferimenti a Pete Sampras, l’amico-rivale protagonista insieme a Agassi di tantissime sfide all’ultimo sangue.
Ma la parte forse più succosa e divertente dell’intero libro è il racconto del serrato corteggiamento messo in atto da Agassi nei confronti di Steffi Graf. Un racconto tra il serio e il faceto che mette in mostra un Agassi stranamente timido e impacciato, che si fa consigliare ogni mossa dai suoi amici più stretti, non dorme se Steffi non risponde alle sue telefonate, organizza sessioni di allenamento nello stesso campo dove si allena Steffi per incontrarla. Nulla di diverso da ciò che farebbe un qualunque ragazzo “normale” che vuole conquistare a tutti i costi la ragazza dei suoi sogni.

 E’ un libro che ha suscitato polemiche: alcuni tennisti hanno storto il naso di fronte all’ammissione di Agassi di aver fatto uso di droghe, sebbene non l’abbia fatto certo per migliorare le sue prestazioni.
Non è questa la sede per emettere sentenze: Agassi ha di certo commesso degli errori, ma quanti hanno fatto anche di peggio, senza  avere però il coraggio di confessarlo?

In definitiva, Open è un libro da non perdere per gli appassionati, ma può essere interessante anche per chi non abbia mai visto una partita di tennis in vita sua, ma che abbia voglia di imparare qualcosa sulla vita e sullo sport.

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