
Gratta gratta, vuoi vedere che alla fine pure il laico Paolo Villaggio è un bel superstizioso? Sono anni, anzi decenni, che scherza sul tema della sua morte. E lo fa per esorcizzarla, quella Nera Signora che tutto falcia. Ottant'anni è un traguardo ragguardevole, un'età che si presta ai bilanci. Soprattutto quando -come nel caso del comico genovese- sei ancora nel pieno delle facoltà mentali. Con gli anni, ha scoperto il gusto della malinconia
crepuscolare. E così, lo si immagina in una stanza riparata della sua casa romana, intento a sfogliare l'album di una vita intensa.
Cosa è rimasto di quel giovanotto che, tra una zingarata e l'altra, respirava l'aria di una Genova di nuovo serena, dopo la paura della guerra? Probabilmente quel giovanotto ha perduto lo smalto di un tempo. Molti amici se ne sono andati, e il lutto è difficile da rielaborare, anche per chi come lui ha sempre fatto professione di (apparente) disincanto. Però è rimasta l'ironia. Graffiante, iperbolica, grandguignolesca.
Per anni ha lavorato all'Italsider, e di certo non amava quel mestiere. Però se n'è guardato bene dal rimuoverlo: Fantozzi, una delle più fortunate maschere del Novecento, è figlio di quella…